Quando si parla di Coppia (secondo l'approccio pluralistico integrato) si intende qualunque insieme, composto da due persone, che si considerano coinvolte in una relazione impegnata, con un passato e un potenziale futuro. Questa definizione inclusiva comprende le coppie sposate che hanno una relazione monogama, le coppie che flirtano, le coppie non sposate che convivono e le coppie di genitori conviventi non sposati. I partners di una coppia possono essere eterosessuali, gay, lesbiche o transgender.
Al di là del tipo di coppia, negli ultimi anni si è riscontrata una crescente fragilità del sistema-coppia dovuta al forte aumento delle difficoltà relazionali, nel mantenerle durature, nel viverle bene, dall'affacciarsi di nuovi modelli di comportamento, di familia e di ruoli.
A tal proposito, il sociologo polacco Zygmunt Bauman (sociologo, filosofo, accademico polacco di fama internazionale), ha affermato che la cultura consumistica tipica dell’odierno mondo occidentale, ha contagiato anche i legami affettivi e sentimentali.
Così come viviamo in una società liquida, cosi viviamo anche rapporti nella stessa maniera: la contraddizione dei nostri giorni legata al desiderio di vivere un amore unico e autentico che convive con la paura di un legame esclusivo e stabile, viene da lui definita “amore liquido“.
La liquidità, che secondo Bauman impregna tutto il nostro mondo, investe oggi anche il campo degli affetti, con legami che si consumano come fossero merci, con seguenti, quanto inevitabili, caratteristiche di fragilità ed incertezza.
Quando si lavora con una coppia, bisogna tenere a mente che essa si basa su imprescindibili differenze che esistono tra i due amanti; inevitabili e permanenti. Sono le stesse differenze che ci hanno fatto innamorare dell'altro, e le stesse che poi causeranno talvolta dei conflitti.
Il counselor, attraverso l’incontro in territorio neutrale, protetto, non giudicante, permette alla coppia di dialogare e ascoltarsi in modo profondo e reciproco, forse per la prima volta. La coppia impara ad auto-regolarsi e questo diventa possibile attraverso l’apprendimento di abilità comunicative più autentiche e quindi più intime. Una comunicazione migliore permette di incontrarsi nuovamente e in modo diverso, di abbattere i muri che non consentono più di vedersi e ascoltarsi.
Cambiare il modo di comunicare all’interno della coppia, imparando nuovi modi, più efficaci, per esprimere le proprie esigenze e i propri disagi, permette di modificare gli atteggiamenti che minacciano il rapporto, che lo hanno reso "stanco".
Il counselor non può e non deve allearsi con uno dei due partner, e si pone l’obiettivo di aumentare in entrambi la speranza di poter ricostruire la coppia, promuovendo una visione nuova di essa, aiutandoli a non ripetere gli schemi negativi che hanno portato alla crisi. Il counselor non si propone di insegnare qualcosa di nuovo, ma di attivare le risorse che già esistono all’interno della coppia, che si sente parte attiva del processo di cambiamento, di miglioramento.
I partners affrontano un percorso insieme con l’obiettivo di fronteggiare i problemi emersi, dare voce a emozioni e bisogni, essere visti e riconosciuti dall’altro. Infatti gli interventi del couselor mirano a far comprendere le dinamiche sottostanti alla relazione, indagando le relative modalità apprese nel tempo al fine di scardinarle per creare azioni più funzionali.
Il lavoro di autoconoscenza e di esplorazione reciproca sono in grado di fare la differenza nella coppia in crisi, che decide di dare un’opportunità a ciò che si è costruito fino ad ora, migliorando il rapporto grazie a una visione diversa.
Si può sostituire il confronto allo scontro: ognuno può mettersi nei panni dell’altro, così da comprendere meglio cosa si nasconde dietro a quei comportamenti del nostro partner che tanto ci infastidiscono. Si possono esplorare con più lucidità le nostre azioni e reazioni nei confronti dell’altro.
Il counseling di coppia pertanto, si gioca nel passaggio continuo dalla dimensione individuale alla dimensione di coppia.
"Il dramma dei rapporti e delle relazioni, che siano di amicizia, d’amore o di parentela, derivano spesso dalle aspettative che abbiamo verso gli altri". (Pearls - padre fondatore della Psicologia della Gestalt)
Pearls aveva sottolineato più volte, il riversare sugli altri responsabilità e frustrazioni personali, impedisce qualsiasi processo di evoluzione personale. Dietro le aspettative, infatti, si nasconde la “non accettazione” dell’altro/a, vale a dire “sto con te, perché mi aspetto che tu agisca o faccia in un certo modo. Quando ciò non avviene, e le aspettative vengono puntualmente disattese, subentra il dramma. Ovviamente, le aspettative che abbiamo noi, vanno pari passo con le aspettative che l’altro/a ha nei nostri confronti.
Le relazioni affettive, soprattutto se di lungo periodo, debbano necessariamente confrontarsi con il cambiamento, che la vita porta ogni giorno, e con la delusione che da essa ne può derivare. Questo perché spesso il cambiamento è vissuto come perdita di certezza, come disagio, perché mina lo status acquisito, senza invece cogliere l’opportunità che il movimento della “modificazione” e il processo evolutivo di differenziazione, che l’individuo compie proprio grazie all’instaurazione di una coppia, può portare.
Se il rapporto invece, ha esaurito la sua ragione d’essere e la sua vitalità, questo momento di incontro è fondamentale per comprenderlo appieno e terminarlo, in un clima di rispetto e di ringraziamento per la strada fatta insieme fino a quel momento.