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Hard or Right?

Da quando siamo piccoli ci hanno insegnato che per raggiungere buoni risultati bisogna dedicare tempo, energia, fatica, sudore, e a volte “sangue”.

Quanto volte ci siamo sentiti ripetere che solo con tenacia, dedizione, forza di volontà e capacità possiamo riuscire! Qualcuno un po’ più adulto potrebbe ricordarsi la famosa frase, vera e propria maledizione biblica, “con il sudore della fronte”.

In inglese c’è una parola che riassume bene questo tipo di impegno e pensiero, ed è la parola “hard”.

Per quanto la società è, e sta cambiando in modo repentino, accompagnandosi ad uno stile di vita che ci permette di accogliere nuove e variegate prospettive, credo che ci sia ancora un retaggio culturale vivo nell’inconscio collettivo che, anche se in modalità differente, continua a mietere le sue vittime.

Studiare hard, lavorare hard….perché la vita è hard!

Perché nessuno invece ci ha detto che si può studiare, lavorare con gioia e magari anche divertendosi? Chi ha voluto nasconderlo?

Chi pensa che non sia possibile? Siamo noi o sono i programmi che abbiamo installato nel nostro subconscio e che, ripetuti all’infinito come dei mantra, hanno trasformato gli stessi in una verità, così certa da non essere messa in discussione? (di questo ne parleremo in un altro articolo).

Se tutto è hard, che tipo di vita stiamo vivendo? Una via faticosa, pesante che la rende tale anche a chi sta al nostro fianco, perché non dimentichiamo che siamo tutti collegati, come in una grande rete.

Il gruppo, la società, la nazione… siamo parte di un unico organismo che è in salute se tutte le sue parti funzionano. Il concetto dell’UNO, così caro agli orientali, è uno dei pilastri che regolano l’esistenza del mondo.

Nonostante sia un precetto a noi famigliare, il concetto di “hard” spesso non funziona! Senza desiderio, passione, piacere, hard non basta.

Quasi sempre (con una percentuale che si avvicina al 99%) quando si leggono le biografie o le interviste di persone che potremmo definire di “successo”, si scopre che non hanno lavorato hard, bensì hanno fatto quello che amavano, desideravano, sognavano; hanno solcato la loro strada.

Capite la differenza tra hard and right?

E allora vi propongo un piccolo esercizio: fermatevi qualche minuto e chiedetevi quanto quello che state facendo è hard o right, senza farvi fuorviare dal contesto o da scuse che conducono inevitabilmente a dare potere a ciò che gravita ed arriva dall’esterno, facendolo perdere a voi stessi.

Ricordate: anche se quello che vogliamo raggiungere può risultare difficile, faticoso, impegnativo o pauroso… se sarà right non sarà mai hard.

 

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